Eliano Fantuzzi, nasce a Modena nel 1909 ma subito la famiglia si trasferisce a Verona, dove l’artista precocemente scoprirà la sua vena pittorica. Giovane e talentuoso, a sette anni dipinge un grande quadro rappresentante Muzio Scevola che si bruciava la mano, lui stesso dirà in seguito che ciò che allora vedeva come un gioco, la pittura, lo accompagnerà per tutta la vita. A 15 anni dopo il Ginnasio, frequenta il Liceo Artistico di Verona e dopo un anno fu promosso e giudicato idoneo alla locale Accademia. Durante gli studi sogna
Parigi e gli Impressionisti, Mont – Martre e la vita boemienne e nel 1924 finalmente si trasferisce nella capitale francese. A Parigi organizza le sue prime mostre, lavora come cameriere e come facchino, conosce Pablo Picasso e George Braque, attraversa alterne fortune e diventa amico di Matisse e di Chagal. Nel 1939 si arruola nell’esercito francese, dopo essere diventato uno degli artisti più richiesti di Parigi. Nel 1943 rientra in Italia, a Roma, dove comincia a frequentare i maggiori artisti del momento fra cui Ottone Rosai,
Massimo Campigli e Renato Guttuso e come in precedenza a Parigi, dopo poco diviene uno degli artisti più in voga, tanto in voga che nel 1948 viene chiamato a decorare la reggia Saudita di Taif, dall’Emiro Ibim Saud, detto anche, “Il Leone del Deserto”. Soggiorna presso l’Emiro fino al 1953 realizzando un affresco per il salone dei ricevimenti della reggia dove dipinge due scene di vita, “La Pace” e “La Guerra”. Rientrato in Italia, dopo una breve ma intensa permanenza nell’isola di Capri si ritira nell’amata Verona, dove morirà nel 1987. Bistrattato, copiato e delle volte rinnegato da coloro
che lo hanno esaltato in vita, resta un grande artista del novecento italiano e viene tuttora definito dai maggiori e più attenti critici “Un documento vivo del nostro tempo, un maestro di giovani, un ricercatore di luci e forme che sono inconfondibilmente una sua creazione”. Un artista che ha un suo modo del tutto particolare e geniale di far pittura, non può non restare nella schiera di coloro che dando un contributo alla ricerca creativa lasciano il segno di uomini e cose,
ambienti e costumi, luci e ritmi di vita del nostro tempo. La sua vicenda pittorica è in parte paragonabile a quella di uno dei maggiori artisti del mondo, Giorgio De Chirico. De Chirico e Fantuzzi sono i due artisti più falsificati d’Italia e per entrambi vale la supposizione che se avessero dovuto dipingere tutte le opere, oggi recanti la loro firma avrebbero dovuto vivere più di mille anni. Fra alcuni anni si costituirà sicuramente un centro di studi dell’opera di Fantuzzi, una Fondazione che provvederà, come nel caso di De Chirico, a far diventare opere d’arte tutte le infinite imitazioni che girano con la presupposta
firma di Eliano Fantuzzi. Minor fortuna ha però avuto Fantuzzi nel mercato artistico, di De Chirico. Nel 1959, si tenne una mostra alla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, i cinque quadri esposti da Eliano Fantuzzi furono venduti a circa seicentomila lire ciascuno e quindi oggi, proporzionando l’ attuale potere d’acquisto dell’euro, i suoi dipinti si
dovrebbero vendere a delle cifre molto più importanti, di quelle a cui vengono trattati, non sempre quindi la qualità viene premiata dal mercato, anche se nelle quotazioni del Maestro veronese ha molto influito la sua personale vicenda e il suo atteggiamento nei confronti dei plagi e dei falsi che si trovano in circolazione. Si racconta che negli anni sessanta, Eliano Fantuzzi era orgoglioso e ingenuamente si beava di essere copiato, come se ciò rappresentasse un premio alla bravura o alla fama acquisita, in seguito ciò è divenuto per la sua arte, una vera punizione. Pochi sono i pittori che possono vantare altrettanta notorietà.
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