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DUBUFFET JEAN
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Jean Dubuffet (Le Havre 1901 - Parigi 1985 Inizia nel 1945 il vero e più sentito percorso artistico di Dubuffet, quando teorizza ed introduce il concetto di Art Brut, lavori che sono spontanei, immediati, prodotti da persone prive di specifica formazione artistica, come i malati mentali, i bambini. Nel 1947, assieme ad André Breton, Paulhan e Drouin fonda la "Compagnie de l‘art brut": il termine definisce l‘attività creativa di "artisti loro malgrado", che creano senza intenzioni estetiche, per una personale pulsione emotiva confluente in una comunicazione immediata e sintetica. Contemporaneamente organizza una mostra esponendo i disegni di bambini e alienati mentali. Organizza la sua prima personale americana che si svolgerà a New York, alla Pierre Matisse Gallery. Sin dall‘inizio della sua avventura artistica, Jean Dubuffet rivendica delle posizioni anticulturali, poiché secondo lui la cultura impoverisce, soffoca, livella, genera tenebre e, per dirla in altri termini, è asfissiante. Il suo obiettivo è quello di liberarsi della tradizione artistica, per andare alla ricerca di forze artistiche originali e tracciare una nuova strada per l‘arte. Seguendo l‘esempio di numerosi pittori dell‘avanguardia, quali Kandinskij, Mirò o Klee, Dubuffet presta un‘attenzione speciale ai disegni infantili. Confrontando un grande numero di disegni e dipinti eseguiti da Dubuffet tra gli anni Quaranta e Cinquanta con opere infantili che egli ha avuto tra le mani e che hanno suscitato il suo interesse, è facile riscontrare una serie di influenze iconografiche e formali. Il disegno infantile non costituisce per lui un modello estetico. Se a livello formale sono presenti alcune similitudini con l‘arte infantile, questo elemento deve essere letto come il riflesso di un‘influenza determinante di tutt‘altra portata, che permea il suo approccio filosofico e ideologico. New York lo colpisce, e vi risiede dal 1951 al 1952; dopodiché torna a Parigi, dove ha luogo nel 1954 una retrospettiva al Cercle Volney. Dal 1949 al 1960 si dedica a vari cicli di opere: Paysage Grotesque(1949-1950), Corps de Dames e Sols et Terrains (1950-1952), Assemblage e Texturologie (1953-1959), Materiologìes (1959-1960). Sperimenta anche in campo musicale, assieme all‘amico Asger Jorn. Nel 1957 lo Schloss Morsbroich a Leverkusen, in Germania, è il primo museo che gli dedica una retrospettiva. Lo seguiranno successivamente il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, l‘Art Institute of Chicago, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Gallery di Londra e la Solomon R Guggenheim Museum di New York. Venezia ospita le sue opere a Palazzo Grassi nel 1964, con l‘esposizione dei quadri di una serie iniziata nel 1962, l‘Hourloupe. Viene pubblicata una raccolta di scritti, Prospectus et tous écrits suivants nel 1967, anno in cui inizia la realizzazione di strutture architettoniche da lui progettate; poco dopo inizia varie sculture monumentali commissionategli per esterni. Nel 1971 realizza i suoi primi oggetti scenici, i "practicables". Nel 1980-1981 ha luogo una ricca retrospettiva all‘Akademie der Künste di Berlino, al Museum Moderner Kunst di Vienna e alla Joseph-Haubrichkunsthalle di Colonia. Nel 1981 il Solomon R Guggenheim Museum di New York gli dedica una mostra in occasione dell‘ottantesimo compleanno. Dubuffet muore a Parigi il 12 maggio 1985. Dopo aver frequentato per due anni l‘Accademia d‘Arte locale, nel 1918 si reca a Parigi per frequentare l‘Académie Julian, che lascia dopo appena sei mesi. In questo periodo frequenta Suzanne Valadon, Fernand Léger e Raoul Dufy, ed ha una forte influenza su di lui il libro di Hans Prinzhorn sull‘arte degli alienati; Dubuffet è anche affascinato dalla produzione dei popoli primitivi, dall‘arte africana, dai disegni tracciati dai bambini e dai malati di mente. Nel 1923 vive in Italia e nel 1924 in Sudamerica. Smette di dipingere molti anni, lavorando come disegnatore industriale. Per un lungo periodo si occupa della gestione dell‘Azienda vinicola familiare di Buenos Aires. La scelta di diventare pittore è avvertita in lui fin dai tempi dell‘Académie Julian ma poi, più volte ritrattata, diventa definitiva nel 1942 e, nel 1944, tiene la sua prima mostra personale alla Galerie René Drouin di Parigi. In questo periodo lo stile delle sue opere è influenzato dall‘astrattismo di Paul Klee.

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RENATO CHIESA