Giancarlo Montuschi nasce a Faenza il 9 agosto 1952. Appena ventenne tiene la sua prima personale alla Galleria Sire di Faenza; viene poi scelto per la mostra del gemellaggio Faenza - Rijeka, unico giovane a rappresentare, assieme ad altri dodici artisti, la realtà pittorica della provincia ravennate. Sono precedenti a questo periodo la partecipazione e i riconoscimenti ai premi di pittura della città di Cesena e Romano Brazzi di Marina di Ravenna.
Le opere realizzate dall‘Artista a metà; degli anni ‘70, inaugurano un linguaggio Post-Pop, che risente del cambiamento prodotto dalla Pop Art degli Anni ‘60 nella realtà figurativa italiana, come riferisce il critico Claudio Spadoni nel novembre 1976. ",©..
È soprattutto in questi ultimi lavori che si avverte un progressivo, anche se laborioso distacco, dall‘impassibile esibizione consumistica nell‘affiorare di una partecipazione che tende ad umanizzare anche ciò che pare soltanto materiale da rotocalco". Sempre in questo periodo Montuschi partecipa al Collettivo Nose e a vari manifesti di Arte autogestita il 1980 è un anno di svolta e profondo cambiamento nella poetica e nel linguaggio dell‘artista che inaugura una fase di lavoro incentrata essenzialmente sull‘Alchimia, intesa come processo filosofico e di trasformazione materica.
Nel 1986 l‘artista partecipa ai Premi Internazionali della Ceramica di Faenza e Gualdo Tadino; espone poi alla galleria De 20 a Vaxio in Svezia, in una mostra collettiva dedicata alla tecnica Raku. Contemporaneamente va maturando il progressivo interesse di Montuschi nei confronti della scultura in ceramica, la quale da questo momento assume un posto privilegiato, assieme alla pittura, nelle varie realizzazioni artistiche. È dal 1987 la prima partecipazione all‘Arte fiera di Bologna e la donazione di un opera al museo della Ceramica di Castelli così come l‘esposizione alla II Triennale Mondiale della Ceramica di Zagabria, l‘invito alla mostra Dalla Materia alle Forme, a Reggiolo (Reggio Emilia) a cura di G. Baldo e R. Margonari e la Presenza all‘esposizione Con il cuore dell‘Arte tenutasi ad Arezzo alla sala d‘Arte Contemporanea di S. Ignazio. Nello stesso anno l‘artista partecipa alla fiera Abitare il tempo di Verona ed è invitato al III Festival d‘Arte di Castelnuovo di Farfa.
Nel 1988 vince il premio della giuria al Concorso Internazionale della Ceramica di Vallauris, città dove lavorò Pablo Picasso; sempre del 1988 è la collettiva Tecnè alla libreria Nanni di Bologna e la Personale alla galleria Selearte di Padova. In quell‘anno presentando l‘artista, Marcello Venturoli scrive:"©in Montuschi tutto sta insieme in virtù di un‘ispirazione, di un raptus non cercato e non calcolato, come se egli avesse compiuto una sintesi delle sue passate esperienze di avanguardia e, insieme ritrovato la via materica dei primordi. Mai un postmoderno mi è sembrato così moderno rifacendosi agli antichi".
Al 1989 risale la partecipazione al Premio Suzzara, a cura di R. Barilli, R. De Grada, F. Caroli, poi alla Biennale della Ceramica di Faenza e, successivamente alla collettiva Eppur si muove, tenutasi a Palazzo Pretorio a Sansepolcro e allo Smaland Museum di Vaxio in Svezia. Nello stesso anno l‘artista tiene due personali; l‘una alla galleria Pirra di Torino, dove vengono presentate sculture in ceramica, descritte da Angelo Dragone, sulla Stampa, come "terre nereggianti, bianchi cremosi e ori sfavillanti: una materia stupenda, viva e fossile insieme"; l‘altra alla galleria Kens‘Art di Firenze, a cura di Giuliano Serafini, il quale in catalogo afferma che: "© Lo sguardo è sempre quello di una volta, attento alla grande Opera. Segno, immagine e materia, si avvertono in primis nel e per il loro specifico fenomenico. Sono ancora l‘aria, la terra e il fuoco a fissare i confini, a porre il limite all‘avventura estetica. Gli ossidi, le cere, le lamine d‘oro, i ferri e i legni combusti, tutta la strumentaria dell‘artista, non sono che il "dopo" dell‘evento, la reliquia del prodigio operato dagli elementi".
Nel 1990 la Galleria Comunale di Faenza ospita un‘ampia personale di Montuschi, quale momento di sintesi del lavoro svolto negli anni ‘80 e come incipit di una nuova stagione creativa. Cristina Vignoli così segnala la mostra: "©Basta guardare senza cercare di penetrare le forme proposte da Montuschi per essere trasportati nel pieno delle sue storie di soli oscurati, di metalli dorati, di legni antichi e di figure asessuate. Nell‘opera dell‘artista, la materia emerge da fondali piani, si mescola e si cambia in altre forme, si fonde con altri materiali in simbiosi riuscitissime". Risale a quest‘anno la sua partecipazione ad una collettiva presso la Galleria Il Gianicolo di Perugia, scelto ed inserito fra gli artisti emergenti italiani.
È del 1991 l‘installazione L‘Opera Al Nero alla Galleria Fluxia di Chiavari così presentata in catalogo da Rita Olivieri: "Superfici, limite o varco alle oniriche strade dell‘archetipo; scultura - architettura, la cui immagine guida ai confini della memoria e del tempo, primaria Origine, ricomposizione di opposti. ©Assolutezza, rigore, invenzione appartengono all‘opera di Montuschi; un‘arte anche come percorso dell‘anima, nel senso junghiano del termine, onde varcare la soglia, passare il visibile, oltre il limite".
Al 1992 appartengono le due personali, tenutesi una alla Galleria Il Gianicolo presentata, nell‘esaustivo catalogo, da Giuliano Serafini, l‘altra alla Galleria l‘Idioma di Ascoli Piceno.
Nel 1993 la galleria Kens‘ Art di Firenze propone Montuschi al Salone Della Ceramica Del Novecento di Faenza e la Galleria Gagliardi di San Gimignano alla mostra all‘aperto Terre Liberate a Monteroni d‘Arbia, a cura di Giancarlo Boiani. Con un suo lavoro partecipa poi a Scarperentola, esposizione ideata da Samuele Mazza e itinerante nelle principali capitali internazionali.
Dal 1994 partecipa a diverse manifestazioni organizzate dal gruppo "Mano d‘Opera" di Firenze, sempre in questo anno viene invitato alla manifestazione Glass and Art , esposizione nazionale di opere pittoriche e scultoree realizzate sui vasi prodotti dalle vetrerie Valdarnesi.
Nel 1995 tiene tre personali, ad Arezzo presso la Galleria Contemporanea, a Città di Castello alla Galleria il Pozzo e alla galleria Kens‘Art di Firenze. Nel 1995 espone quindi ad Arezzo 95 dalle ultime generazioni, collettiva degli artisti aretini, catalogo a cura di Michele Loffredo e con introduzione di Enrico Crispolti direttore della Galleria Comunale D‘Arte Contemporanea di Arezzo, sede della mostra.
Nel 1996 la città di Piero della Francesca, Sansepolcro, gli dedica la sua prima antologica allestita nei locali della ex Chiesa di San Giovanni, dove anticamente si trovava il battesimo di Piero della Francesca, la mostra intitolata Percorsi 1976-1996 comprendeva venti anni di produzione dell‘artista. Sempre del 1996 sono la personale Viaggi nella Fantasia alla galleria MontMartre di Parma e quella alla Galleria Joannart di Vicenza e la Partecipazione alla mostra lontano da Itaca, Ricerca e follia creativa nell‘arte organizzata dalla Galleria il Gianicolo di Perugia raccolta in un ampio catalogo assieme agli scritti di eminenti Psichiatri e della grafologa Lecerf. Partecipa alle rassegne di Art Convention 1996-97 dove, con un catalogo comune, le Gallerie Italiane associate ad Altamarea inaugurano nella stessa giornata presso le loro sedi la mostra degli artisti; Sempre nel 1996 viene indicato dalle preferenze dei lettori della rivista Quadri e Sculture tra gli artisti proposti a rappresentare a Palazzo Barberini di Roma le tendenze attuali nell‘Arte italiana.
Dal 1997 frequenta la scena artistica parigina le sue opere vengono esposte a Saint-Germain dalla Galleria G.N.G. che tuttora si occupa della loro diffusione nelle principali Fiere d‘Arte Europee: Sempre nel 1997 le sue opere vengono esposte durante il Festival di Spoleto dalla Galleria Jonnart.
Dell‘1998 la partecipazione a Colori su Fonopoli organizzato dalla Galleria Navona 42 di Roma in collaborazione con il progetto omonimo del cantante Renato Zero, e la personale alla Galleria Cigarini di Ginevra. Sempre in questo anno i suoi libri d‘Artista vengono esposti nella mostra itinerante in sede internazionale "Original Book". infine la Città di Saint-Emillion lo nomina tra i membri della Jurat de Saint-Emillion e presenta le sue opere nei locali del Museo della Ceramica.Dal 1999 si stabilizzano i rapporti con alcune gallerie italiane e di Parigi che tratteranno in permanenza le opere dell‘artista Faentino,nell‘anno 2000 va maturando il nuovo interesse di Montuschi per l‘immagine digitale attraverso la quale inizia un periodo di interventi con mezzi digitali che si concludono con la prestigiosa mostra " Lo specchio che fugge" al Teatro Valle di Roma organizzata dalla Galleria "Navona 42" dove vengono esposte, assieme a grandi sculture in ceramica, le opere digitali di grande formato su alluminio; sempre in questo anno di transizione inizia la produzione di carte dedicate ai "Bestiari Immaginari" esposti per la prima volta a Roma nella libreria BIBLI a cura della Galleria "Navona 42": Si susseguono quindi, in questi anni, mostre nelle città di: NewYork, Londra, Parigi, Vienna, Gent, Strasburgo, Ginevra, Dussendolf, Milano, Roma, Bologn
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