Loris Fucini. (EMPOLI 1911 - 1981),
Era il 1940; Loris Fucini vinceva un concorso alla XXII Biennale di Venezia, consacrazione del suo impegno. L‘opera presentata non era uno dei quadri sensibili a Klee e a Kandinsky, a cui si lega l‘artista nel nostro immaginario. Era un affresco "figurativo", come scrisse Carlo Pacher. "E vorrei intendere figurativo proprio nel significato di «aderente alla forma sensibile»"2. Nel 1940 Fucini aveva 29 anni, era un giovane che guardava ancora ai modelli toscani della "macchia" e del Quattocento. La scelta della pittura murale affondava le radici nell‘ideale di un‘arte popolare, di grandi dimensioni, che aveva attecchito durante il Fascismo (Triennale di Milano, 1933) ed era stata abbracciata in seguito da alcuni artisti militanti nella parte opposta. Il volto di donna, frammento che è diventato icona dell‘affresco premiato a Venezia, ha la fermezza e la struttura di un Carmignani.
Piero Gambassi3 però ci testimonia che sin dall‘inizio dei suoi studi, Loris Fucini dimostrò un‘attrazione per i Fauves, interpretati in punta di pennello; l‘artista li apprezzava per il loro approccio impulsivo e violento all‘arte, ma la sua esuberanza coloristica non concedeva molto all‘aggrumarsi di colore sulla tela. Le sue stesure rimanevano larvali e sottili.
Possiamo già rintracciare in fieri, nelle opere ante 1950, "quella poetica astrattista che sarà il contrassegno più afferrabile del suo linguaggio". Grohmann4 ha avvicinato la sensibilità del Fucini a quella di Marc, di Klee e degli artisti del Cavaliere Azzurro. Il suo astrattismo era lirico, coloristico, non sintetico e razionale. Lo vediamo, ad esempio, in "Composizione", 1960 (nella coll. Davide Bicci, Empoli post 1960- ante 1963).
Rispetto ai suoi modelli d‘Oltralpe, però, le opere di Loris Fucini tradiscono una maggiore attinenza al reale, tanto che è possibile individuare soggetti iconografici ricorrenti: il paesaggio toscano e la "pastorale" intesa come tema bucolico di uomini ed animali nei campi.
Loris Fucini era anche un disegnatore, dai tratti netti e dalle composizioni essenziali; ad Empoli era rinomato per le sue caricature, pubblicate sui giornali locali.
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