Milano 1967
Si dichiara autodidatta anche se è nato e cresciuto nell‘ambiente artistico.Dal 1985 rivolge la sua attenzione alla stampa serigrafica entrando in contatto con alcuni tra i più grandi artisti contemporanei.
Sempre da quell‘anno partecipa a importanti manifestazioni artistiche personali e collettive collaborando con diverse gallerie darte.
Il giovane Lucio Pesce apre lo scrigno visuale dei suoi appunti di viaggio, li scarnifica da tutto ciò che è sovra-strutturale per esprimere, con una pittura levigatissima, le emozioni, i suoni, gli odori, gli umori che i luoghi visitati emanano. Il richiamo al realismo della pittura americana anni Quaranta-Cinquanta, e ad Edward Hopper in particolare, è piuttosto evidente, ma non si tratta di ritorno o di reinterpretazione. Come lui stesso afferma però, la sua arte non si ferma alla pura rappresentazione e il realismo è solo apparente. I luoghi riconducono a emozioni e significati più profondi. Gli sono cari i tagli di luci che si aprono netti tra muri e insegne, e i forti contrasti visivi che simboleggiano messaggi silenti, a volte inespressi. Le atmosfere urbane sono pulite e vagamente metafisiche; le prospettive architettoniche di edifici e finestre, come quelle di mobili e tavoli negli interni di alcuni dipinti delle gallerie e dei Caffè, sono vuote di presenze umane, peraltro segnalate da oggetti lasciati sui tavoli, da veneziane semi-abbassate, da lattine svuotate o da ombrelloni bianchi aperti, come nei quadri che rappresentano le piscine. Affiora anche, in alcuni dipinti, la fratellanza dell‘artista col padre della Pop Art, come in "Beverly Boulevard" del 2005, dove, sul muro in fondo alla via, è incollato un manifesto pubblicitario della Coca Cola, che in realtà è un quadro di Andy Warhol. La stessa inserzione avviene in "One way", con il tappo della Pepsi raffigurato dentro una pubblicità murale, unico elemento di aggancio con una realtà che sta dietro. Curioso è vedere, poi, la sequela di dipinti che si avvicendano sulle pareti di una amplissima e vuota galleria in "Fuori dal tempo" del 2004. Qui i quadri esposti, e ridipinti, sono di Magritte, Warhol appunto, e Hopper. Maestri e amici della vena espressiva di Francesco Nardi. Lucio Pesce nasce a Milano nel 1967. Si dichiara autodidatta anche se è nato e cresciuto nell‘ambiente artistico. Dal 1985 rivolge la sua attenzione alla stampa serigrafica entrando in contatto con alcuni tra i più grandi artisti contemporanei. Sempre da quell‘anno partecipa a importanti manifestazioni artistiche personali e collettive collaborando con diverse gallerie. Lucio Pesce. Beverly Boulevard, luci e ombre in appunti di viaggio.
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