Olga Litvinova,
nasce a Mosca il 23/01/1973, vive e lavora a Brescia (Borgosatollo) dal 2009. Ha studiato nella scuola Superiore ed Artistica di Mosca, allieva del maestro e regista Alexandr Zakharov ( film: “Uomo invisibile” ecc.) Successivamente proseguì i suoi studi in Polonia a Gliwice nella scuola del prof. Kschischek Wiersisky. Lasciando la Polonia e ritornando a Mosca dalla madre, portò avanti il suo lavoro senza interruzioni, sollecitata dalle continue ricerche filosofiche. Negli scambi culturali tra Russia e Italia 1989/90 avvenne la prima conoscenza, tramutatasi poi in trasferimento in Italia nel 1996; precisamente nella città di Pavia, ove trascorse un periodo famigliare, di studio e riservatezza. Ora si ripresenta al pubblico italiano ed internazionale.
Le sue opere, la sua pittura.
Dipinge lo stato di “essere”, in una visione cosmica interiore, di un percorso ideale, per il raggiungimento di ciò che è ancestralmente conosciuto e impercettibilmente presente. Il suo tragitto pittorico si accende di significanze mitologiche, con riferimenti culturali antichi ma ripresentati al di là di una sequenza temporale. Nella sua ricerca giunge ad una sublimazione dell’assoluto, attraverso una costruzione geometrica spiroidale, che può andare ad una forma di uovo originaria generatrice di nuova vita, passando attraverso la grande posizione aureale del loto. Le pennellate portano una continua carezza di luce, evidenziando i contrasti tra evanescente materialità e trasparenza di corpi. Le figure si muovono in spazi eterei ed ideali, fanno gesti allusivi ed indeterminati che raccontano la spinta creatrice del pensiero e la sua ramificazione, nella regola di un albero vitale che dalla radice al frutto si espande. Le rivisitazioni rinascimentali o classiche, non fanno altro che riportarci alla ciclicità degli eventi. Medesima ciclicità, che viene richiamata sia dalla scelta allegorica o archetipica dei soggetti, che dalla tematica esistenziale preponderante. Al di sopra della dialettica che possiamo “sciorinare”, c’è il fondamentale, l’assoluto, il contemplativo; possiamo in un atemporale momentaneo silenzio, godere così, dell’armonica musicalità che ci può attanagliare, trattenendoci ancora in un continuo equilibrio degli estremi.
http://www.olgalitvinova.it/
|