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TAKAHASHI SHU
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Shu Takahashi nasce a Shin-ichi-cho, Hiroshima, nel 1930, vive a lavora a Roma dal 1963 e dal 1966 è docente presso l’Università delle Scienze e delle Arti di Kurashiki. A causa della guerra nel 1944 interrompe gli studi, ripresi nel 1950, quando s’iscrive alla Scuola d’Arte Musashino di Tokyo. Per potersi mantenere svolge lavori umili e lascia la scuola. Sarà Kotaro Midorikawa a chiamarlo a reinserirlo nell’ambiente, in una mostra organizzata dall’associazione d’avanguardia Dokuritsu Bijutsu presso la quale è maestro di pittura. Forma nel suo paese con altri artisti il Gruppo Nouveau, volto a rivoluzionare il linguaggio visivo. Nel 1956 ha luogo la sua prima personale (Tokyo, Maruzen Gallery); frequenta il pittore Morisuke Komoda e l’incisore Tetsuro Komai. Riceve il Premio Dokuritsu e la sua Strada della luna è acquisita dal Museo Nazionale d’Arte Moderna di Tokyo, che attribuisce all’opera il Premio Yasui per i giovani artisti (1961). Con una borsa di studio segue i corsi all’Accademia di Belle Arti a Roma (1963). Il suo è un astrattismo spirituale, dalle cromie accese, che rimanda alle tradizioni filosofiche orientali. “Ho riscoperto l›antica arte giapponese Rinpa che ritengo, nella sua solennità e splendore, la prima espressione artistica originale della storia dell›arte giapponese”, spiega. Nel 1966 allestisce la prima personale alla Galleria del Cavallino di Venezia ed espone alcune opere a Fukuyama (Tenmaya Gallery). Nel 1968 è presente in diverse rassegne in patria. Si fa conoscere in Italia e dal ’69 stringe un rapporto continuativo con la Galleria dell’Ariete a Milano. Giulio Carlo Argan, nel ’71, scrive: “Il segreto dei raffinati accostamenti coloristici di Takahashi sta nel fatto che le diverse qualità non possono combinarsi ma soltanto modularsi l’una con l’altra mediante il disegno dei loro limiti, e cioè componendosi come entità formali, plastiche”. Dopo un rientro in Giappone (1970) torna a Roma. Prende parte alla Biennale di Venezia del 1976, alla Quadriennale romana del 1977 e l’intenso impegno artistico degli anni Settanta comprende anche due monumentali decorazioni (smalto e tecnica mista su tela) sull’esterno del Battistero medievale di Volterra (poi presentate alla Tyler School di Roma), nonché il dipinto murale per la Banca Taiko Sogo di Yokohama. Il 1980 si apre con una personale alla Galleria Editalia (oggi Edieuropa) a Roma, presentazione di Nello Ponente. Pur trasferitosi in campagna, presso Ardea, l’artista ritorna spesso in Giappone per mostre o per attendere a commissioni di rilievo (dipinti murali nella Sala riunioni del Museo dell’Artigianato a Kumamoto; enormi sculture di piazza, quali Partenza verso il futuro a Tokyo, L’Arco dell’Amore a Fukuyama, 1988 e l’Ascensione nella sua città d’origine, 1992). Tra le mostre si segnala l’antologica alla GNAM di Roma (1993) e la rassegna del 2003-2004 al museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, a Genova.

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